domenica 4 febbraio 2018

Le venti giornate di Torino di Giorgio De Maria

Un caro saluto a tutti i miei lettori abituali, occasionali e promiscui che si ritroveranno a leggere queste pagine, spero, dopo la mia lunga assenza dovuta a un mucchio di seccature che non sto qui a elencare... ma infine dopo il buio riecco la luce!

Riprendo ad aggiornare Nerdelite segnalandovi l'ultimo romanzo che ho letto: Le venti giornate di Torino di Giorgio De Maria (Frassinelli).
E voi l'avete già letto? No? Sappiate che vi state perdendo uno dei romanzi più ispirati della narrativa italiana del '900. Un testo che entra in risonanza con i recessi più oscuri della grande narrativa fantastica, da Poe e Lovecraft fino a Landolfi, Buzzati - e... perché no? Stephen King e Thomas Ligotti - per comporre uno scenario lugubre e angosciante in cui il senso di un'esistenza si fa universale e il male assoluto.
La storia si svolge in una Torino spettrale e occulta, la medesima che si può avere occasione di percepire se si possiede una certa sensibilità o inventiva. Non so se a qualcuno di voi sia mai capitato di passeggiare dopo una certa ora per le strade del centro storico del capoluogo piemontese, ma in quelle occasioni ho percepito in modo inequivocabile la sensazione di sentirmi osservato da quella geometria irregolare avendo al tempo stesso il sospetto che dietro l'angolo poteva nascondersi un abisso infernale. Strani scherzi può fare l'immaginazione. E anche un buon libro.
Il romanzo va ben oltre, trascende direi verso un sentimento di male incombente assoluto e universale. Una lettura da brividi. Libro e autore consigliatissimi, ve lo garantisco.

4 commenti:

Alligatore ha detto...

A Torino ci sono stato una sola volta, di recente, per questo la descrizione che mi fai mi sembra molto centrata ... ho camminato di notte lungo quelle strade e potrebbe essere come dici... interessante, libro e descrizione.

GiovanniMarchese ha detto...

Il protagonista in molte sequenze del romanzo si trova a girare lungo le vie del centro storico e l'atmosfera raccontata ha qualcosa di sospeso e non detto che ti lascia un vago senso d'angoscia. Un testo molto ispirato, confermo.

Zio Scriba ha detto...

Grazie, Giovanni. Non ne sapevo nulla e me lo segno!
Un abbraccio.

GiovanniMarchese ha detto...

Ogni tanto capita di scoprire qualcosa di nuovo, che poi in questo caso tanto nuovo non è visto che la prima edizione è del 1977 (Edizioni Il formichiere), ma Le venti giornate di Torino fu accolto all'epoca senza grandi clamori per finire nel dimenticatoio. Adesso, grazie al successo ottenuto in area anglofona, il romanzo è stato riproposto in Italia pare con ottima accoglienza da parte dei nuovi lettori. C'è da dire che il testo procede in direzione contraria rispetto alla tradizione che vuole moduli e registri di impianto verista/realista con finalità morali/educative. Le venti giornate di Torino trascende verso altri mondi e ti fa sentire più di un brivido lungo la schiena. Insomma, è davvero un buon libro.