mercoledì 25 ottobre 2017

Sudaca!

La parola sudaca è, secondo la definizione del Diccionario de la lengua española de la Real Academia, un termine dispregiativo usato in Spagna per indicare i nativi del Sud America.
Tuttavia, se dovessi pensare agli scrittori sudamericani che ho apprezzato potrei anche essere dell'idea di associare il termine sudaca ma in senso traslato, ribaltando il significato in maledetti. Maledetti nel senso buono, intendo. Sì, perché quando mi sono imbattuto in un autore sudamericano, ogni volta che mi sono inoltrato in un loro testo verrebbe da dire, poiché leggere i loro libri è come inoltrarsi in una selva oscura, quasi sempre ho scoperto un mondo letterario di assoluto valore. Probabilmente ho avuto la fortuna di imbattermi quasi sempre in autentici pezzi da novanta: sarà questo il motivo? Non saprei cosa rispondere. Di certo ammiro molto la disinvoltura di questi autori fuori delle gabbie degli schemi tradizionali occidentali. A ogni modo, vorrei qui fermare alcuni punti pur limitandomi per ragioni di spazio a solo tre esempi.
Il mio primo incontro con la letteratura sudamericana è stato con L'Aleph di Jorge L.Borges. Un po' come immaginare un adolescente al primo appuntamento con Julianne Moore, per fare un esempio. L'Aleph mi ha folgorato al primo capoverso, inutile dirlo. In seguito non potei resistere alla tentazione di leggere altro del celebre scrittore argentino, opere come Finzioni, Il libro di sabbiaStoria universale dell'infamia oppure Il manoscritto di Brodie, nel tentativo di tornare a immergermi in quella reinvenzione della realtà attraverso la letteratura che infonde energia alle sue opere. 
Altro nome da segnare è quello di Rodolfo Walsh, considerato uno dei fondatori del cosiddetto giornalismo investigativo, suo il famoso Operazione massacro dove racconta le repressioni e le esecuzioni sommarie contro la resistenza peronista. Un lucido e violento romanzo di cronaca (che anticipa di anni il celebre A sangue freddo di Truman Capote). Walsh fu anche un autore di genere poliziesco di grande spessore: Variazioni in rosso e Per non parlar del morto sono libri che mi hanno appassionato in maniera viscerale.
Infine farò il nome di Ricardo Piglia, scrittore di valore assoluto che nelle sue opere riesce a fondere immaginazione e cronaca innestando su intrecci di tipo poliziesco, legati alla storia del suo paese, invenzioni di matrice fantascientifica esprimendo una scrittura densa e articolata di grandissimo pregio. Vi segnalo un paio di titoli: La respirazione artificiale e La città assente.
In conclusione, fatene buon uso. Buona lettura!

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