venerdì 30 agosto 2013

Apocalisse in pantofole

Le tanto agognate ferie non vanno quasi mai come speravi. Forse perché bisognerebbe attenersi all'antico proverbio cinese che recita così: devi sapere ciò che vuoi altrimenti dovrai accontentarti di quel che capita.
Avevo in mente di smaltire le decine di letture arretrate tra fumetti e letteratura durante queste vacanze estive. Tuttavia i miei insani propositi si sono rivelati vani... considerato che al massimo ho solo scalfito la pila di letture arretrate, ma tant'è.
Apocalisse in pantofole, il romanzo d'esordio di Francesco Franceschini, uscito per i tipi di VerbaVolant Edizioni un paio di annetti fa, faceva parte della categoria "questo libro vorrei leggerlo prima o poi".
A dirla tutta non l'avevo nemmeno ancora preso. Attendevo l'occasione. E l'ho incontrato durante il mio girovagare estivo grazie a Pianissimo.
Ho avuto modo perciò di iniziare a leggerlo finendo trascinato in modo inesorabile dal fluire del racconto.
Una scrittura fluida senza essere banale, una prosa accattivante ma non scontata, una storia semplice eppure non superficiale. In definitiva, un bel romanzo come non capita spesso di leggerne. Il libro racconta la storia di tre amici, dal punto di vista di uno di loro, alle prese con la fine del mondo. Una fine dei tempi tuttavia priva di quei risvolti cataclismatici di cui l'immaginario cinematografico spesso fa uso e illustrata invece con tonalità tenui ma vibranti di energie e cariche di tensioni e simboli. Una trama infarcita di ironia e leggerezza. Una lettura pienamente soddisfacente.
Oltretutto pure il libro come oggetto è bello e confezionato con cura (vedi la suggestiva copertina di Alessandro Di Sorbo).
Un plauso va senza dubbio a editori come VerbaVolant che pur nelle ristrettezze del momento e tra mille difficoltà legate alla distribuzione e a tutto il resto dimostrano di saper fare alla grande il loro mestiere scovando scrittori e illustratori di talento e pubblicando davvero bei libri da leggere.