lunedì 10 giugno 2013

Long Wei, numero uno

Ho letto il primo numero di Long Wei, la nuova serie a fumetti targata Aurea Editoriale avente per protagonista un giovane di origini cinesi immigrato a Milano! Ebbene sì, per la prima volta una serie a fumetti di produzione italiana avrà un protagonista immigrato e sarà ambientata in Italia! Evento storico, direi. A memoria ricordo solo un lungo ciclo di Martin Mystére intitolato Mysteri Italiani, e varie avventure di Dampyr ambientate in Italia, ma niente protagonisti italiani, quantomeno nell'ambito bonelliano e dintorni.
La sceneggiatura di questo primo episodio è firmata da Diego Cajelli mentre i disegni sono di Luca Genovese, due autori che non necessitano presentazioni dato che i rispettivi curricula parlano per loro.
L'albo mi ha fatto nel complesso una buona impressione. Trama semplice e lineare ma ben congegnata. Sceneggiatura molto efficace e dal ritmo vivace. Dinamico. Avevo apprezzato molto alcuni suoi lavori su Napoleone. Disegni belli e assai leggibili. Un segno fresco e non banale quello di Genovese. E mi ha lasciato la curiosità di leggerne ancora. Se per fumetto popolare si intende un fumetto accessibile a tutti per scrittura, segno, contenuti e prezzo, Long Wei è sulla buona strada, secondo me. La confezione “povera” dell’albo a me non dispiace affatto, né disturba. D’altronde costa solo 3 €!
Unica pecca: ho dovuto girare SETTE edicole per trovarlo… e non perché l’avessero finito. Proprio non l’avevano! Ad ogni modo, un progetto da seguire, si nota l’attenzione per il dettaglio e la passione con cui è stato concepito e curato. Merita l’acquisto, secondo me. La lettura fluisce che è un piacere. Un fumetto divertente, senz’altro adatto al grande pubblico senza essere banale. Certo, trae ispirazione da una certa cinematografia assai nota, ma senza per questo perdere di mordente, a mio parere. Sono curioso di vedere come procederà...

4 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Letto. Carino. Ho avuto pochi problemi a reperirlo ma solo per un caso fortuito. Ho trovato una sola copia dal mio edicolante di fiducia. Non l'ho visto altrove però. Ed è ben strano, visto he della stessa Aurea vedo in giro ben più copie di Morane (tanto per dirne uno).

La storia è carino. Mi ha un po' lasciato perplesso l'incipit. Sarà anche un omaggio, per carità, ma ricalca parecchio il film "L'Urlo di Chen Terrorizza Anche l'Occidente". Mi è piaciuta la chiusura, invece. Il fatto che rimanga in Italia per aiutare altre persone.

Magari aspettiamo qualche altro numero per capire che direzione vuole prendere. Sperando appunto che in edicola si trovino.

GiovanniMarchese ha detto...

La forza delle narrazioni "popolari" sono proprio le riscritture e la riproposizione di moduli narrativi già assodati ma in maniera nuova. Long Wei appunto è un fumetto pensato per essere accessibile a un pubblico quanto più ampio possibile. In questo senso è un lavoro ben fatto. Anche il segno di Genovese l'ho trovato fresco e accattivante senza essere troppo elaborato da leggere. In Italia ci vogliono accanto ai graphic novel anche delle produzioni pop che possano ambire a un'ampia diffusione, perché secondo me il fumetto per essere vivo non può restare solo una lettura di nicchia per una elite. Ci vogliono sia l'uno che l'altro, il fumetto più elaborato e quello più immediato, secondo me. Per farti un esempio, io ai ragazzi non farei leggere I promessi sposi alle scuole medie, ma I pirati della Malesia! Senza scomodare Gramsci, ma abbiamo ancora bisogno di narrazioni popolari in questo paese scarso di lettori !

davide garota ha detto...

Lo cercherò e ne prenderò visione. Ma spenderei due parole anche per quel grande disegnatore e illustratore e artista che è LRNZ Ceccotti.
Ma poi che possono aggiungere le mie parole alla sua splendida copertina? Un bel post, condivido appieno quello che pensi del fumetto pop.

GiovanniMarchese ha detto...

Diamine! Vero. Mea culpa. Ho scordato di menzionare la bella copertina di LRNZ. In effetti, una ottimo lavoro anche quello. E che dire allora dell'interno con le sequenze di combattimento? Curatissime. A volte si dimentica l'importanza dei dettagli. Si, Davide, credo che il fumetto pop di qualità rimanga essenziale per raggiungere quella fascia di lettori che magari rispetto a lavori più complessi e memo immediati rimane indifferente e restia. In fondo però, quasi tutti abbiamo iniziato a appassionarci con i fumetti popolari per poi passare a cose più elaborate.