lunedì 29 aprile 2013

Oceania Boulevard

Mi capita di rado, però di questo fumetto avrei tanto voluto essere io l'autore! Non lo conosco personalmente e credo che non ci sia complimento migliore che possa fare a Marco Galli. Che invidia!
Per quanto con Invito al massacro senta di aver quasi raggiunto un certo tipo di atmosfere weird e surreali cui aspiro per i miei lavori, il suo Oceania Boulevard possiede a mio modesto parere una magnifica compiutezza narrativa e strutturale, un'armonia tra segno e parole assai rara da incontrare. Non faccio recensioni, ma stendo impressioni, al solito.
La cosa che mi ha colpito è stato l'utilizzo, inverso a ciò che si è soliti vedere, delle cornici delle vignette e dei baloon. Al loro "ruolo" narrativo e logico. I contorni larghi e anneriti delle tavole fungono allo stesso tempo da contenitore del testo e da cornice delle vignette. La cosa genera un effetto stroboscopico nella percezione del racconto. Davvero sorprendente. Un escamotage sequenziale inusuale per quanto ne sappia, ma assai efficace. Anche se l'apparire di alcuni baloon bianchi mi ha lasciato da pensare. Vorrei rileggerlo alla prima occasione.
Tavole molto accurate nella composizione scenica e nella colorazione. Grande cura per i dettagli. E poi c'è la storia. Un noir schizofrenico e visionario. Un trip onirico e psichedelico con una carrellata di personaggi evocativi. E, cosa ancor più interessante, ambientato in un contesto ibrido riconducibile a altri mondi e dimensioni. Grande verve comunicativa e grande spazio alla fantasia. E all'inventiva. Inutile dire qualcosa sulla trama, rovinerei il piacere della lettura.
La mancanza di stile e della minima assunzione di un punto di vista degli autori sono la piaga che colpisce certe produzioni a fumetti italiane, ecco, Oceania Boulevard è l'esatto opposto. Un'opera manifesto. Narrativa grafica allo stato puro e leggibilissima.  Fresca. Carica di energia. Leggetelo, ne vale la pena.

3 commenti:

LUIGI BICCO ha detto...

Ecco io ad esempio non capisco come sia possibile che uno con le doti di Marco Galli continui a rimanere in ombra. E sto parlando solo del suo estro grafico. Questo volume volevo prenderlo perché ne ho sentito parlare poco ma bene.

Sulla questione della mancata assunzione dei punti di vista personali degli autori, sono molto d'accordo. Quasi come se ancora si avesse paura di toccare certi tasti. Ma tant'è...

GiovanniMarchese ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
GiovanniMarchese ha detto...

Bisogna dire che la vetrina e la ribalta oggi sono occupate spesso da libri che funzionano solo per la tradizione o in virtù dell'argomento che trattano, non dello stile, insomma dove il fumetto è trainato e non forza motrice. Eppure di fumetti belli ne escono. Anche di autori italiani. Parliamone, facciamo che siano conosciuti e letti!