venerdì 8 febbraio 2013

Quando leggiamo, qualcuno pensa per noi


Quando leggiamo, qualcun altro pensa per noi: noi ripetiamo solamente il suo processo mentale. È come quando lo scolaro impara a scrivere ripassando con la penna i tratti a matita del maestro. Dunque quando si legge ci è sottratta la maggior parte dell’attività di pensare. Da ciò deriva il sollievo palpabile quando smettiamo di occuparci dei nostri pensieri e passiamo alla lettura. Durante la lettura la nostra testa è proprio un’arena di pensieri sconosciuti. Ma se togliamo questi pensieri, cosa rimane?

Questo brano tratto da qui Sulla lettura e sui libri di Schopenhauer mi ha fatto riflettere circa il lettore ideale che ha in mente un preciso tipo di editoria a fumetti molto in voga in Italia
Quella del lettore non pensante è una categoria del pensiero che alberga nella testa anche di qualche esimio autore.  
Un ricettore passivo della narrazione. Un non-elemento da non coinvolgere nel racconto: qualcuno è convinto che la gente si debba divertire solo stando a guardare e non rielaborando gli stimoli che il fumetto può esprimere. E con ciò intendo la specificità del linguaggio del fumetto come forza trainante e energia motrice del racconto. Non come mera zavorra, per intenderci.
Una questione importante da porsi, secondo me. 
Il lettore ideale dovrebbe essere in una certa misura un lettore consapevole, credo. Anche se in fondo ognuno fa testo a sé: nella lettura, come nella vita, si è il prodotto di una quantità molteplice di elementi che hanno partecipato negli anni a imprimere l'unicità individuale. Qualunque essa sia. Ma bisogna imparare a difendersi da chi vorrebbe pensare al posto nostro.

2 commenti:

davide garota ha detto...

questo è davvero un bellissimo articolo. Mi fa riflettere, perchè anche il disegno si comporta un po come la scrittura in questo caso.

GiovanniMarchese ha detto...

Il lettore dormiente vs. il lettore pensante. Chi vincerà?