mercoledì 11 aprile 2012

Michele Petrucci

Il mondo dei fumetti non è molto diverso dal resto. Talvolta mi capita di riflettere su alcune cose che mi colpiscono; penso che siano solo fenomeni e dinamiche del mondo là fuori, che perciò no, non esistono nel settore dei fumetti. E invece non è così. Qua tutto gira tuttosommato allo stesso modo, o quasi, e inizio a pensare che la diversità e/o specificità del mondo dei fumetti siano una pia illusione.
Uno dice, quello è uno bravo, fa dei fumetti molto belli: sarà molto conosciuto, tutti andranno a leggere le sue storie. No, quell'altro è un pallone gonfiato, scrive male e disegna tutto brutto: nessuno parlerà di lui, e pochi penseranno a comprare i suoi libri. Non sempre è così, anzi. Come nel mondo là fuori, la logica sembra saltare; ci sono casi in cui nonostante tutto ci si rende conto di cose che vengono osannate a prescindere - conta sempre molto sapersi "vendere" o prostituire (fate un po' voi), certo, è questo il segno dei tempi, di tutti, forse - e altre cose che perciò vengono ignorate quasi, sottovalutate nonostante siano belle. Significative.
C'è un autore che ammiro, inanzitutto per la professionalità con cui si muove nel mondo del fumetto, per la sobrietà, il rispetto che mostra per il lavoro altrui, e per la qualità dei suoi lavori e l'impegno che mostra nel portare avanti i propri progetti. Un autore che sa come scrivere e disegna anche meglio, con un segno originale e solido. Che ha realizzato fumetti con un linguaggio in anticipo sui tempi, che mostra sempre una tensione a migliorarsi. E che crescerà ancora senz'altro. Questo autore è Michele Petrucci, e siccome è uno che non alza mai la voce, siccome si sente sempre parlare degli stessi nomi gira e rigira, ho pensato di dedicargli questo post, magari qualcuno penserà che forse quel fumetto, com'è che si intitolava? - Il brigante Grossi - varrebbe la pena di rileggerlo con più attenzione, o che forse Metauro valeva la pena di prenderlo a quella fiera. Insomma, che Michele Petrucci sarebbe il caso di seguirlo con più attenzione, perchè a forza di sentire tanto rumore le cose interessanti che però baccano non ne fanno rischiano di passare inosservate.

4 commenti:

michele petrucci ha detto...

Grazie Giovanni… molto gentile.
Mi riprometto di fare più baccano in futuro :)

GiovanniMarchese ha detto...

De nada! Su Nerdelite parlo solo di autori che ho letto e libri che conosco. In vita mia non ho mai scritto un rigo per piaggeria. Talvolta ho la sensazione che, in generale, il valore dei lavori non paghi e che conti solo alzare i toni, essere al centro della tenzone. E allora, nel mio piccolo, cerco di dare visibilità ai libri che a mio parere meritano, sopratutto quando vengono sommersi dal brusio indistinto.

davide garota ha detto...

Bravo Giovanni! Bravo bravo bravo per parlare di chi merita.
E Michele merita. Voglio parlare anche dei suoi primi lavori: "Sali d'argento" e "Numeri". Sono di una semplicità nell'illustrare trame così complicate che mi sbalordiscono tutt'oggi.
Un autore vero come ce ne sono pochi in Italia.

GiovanniMarchese ha detto...

Ma si, come dicevo prima in tempi non sospetti, e per tempi non sospetti intendo l'epoca in cui ancora non si era arrivati all'abuso odierno del termine graphic novel, Michele si esprimeva già con un linguaggio innovativo e controcorrente (penso già a Keires, 1999).