domenica 30 ottobre 2011

La maratona dei fumetti

La maratona è una gara di corsa sulla distanza di 42,195 chilometri dal ponte di Maratona allo Stadio Panathinaiko di Atene. Era la gara più attesa dei Giochi Olimpici storici in quanto fungeva da rievocazione sportiva di un evento cruciale: la corsa di Fidippide dalla città di Maratona all'Acropoli di Atene per annunciare la vittoria sui persiani nel 490 a.C.
All'epoca Milziade, gran condottiero dell'esercito ateniese, dopo la vittoria sui persiani incaricò il soldato Fidippide di recare la buona notizia ad Atene. L'araldo percorse l'intera distanza di corsa senza mai fermarsi. Alla fine dei 42 chilometri e passa Fidippide, dopo aver dato l'annuncio della vittoria di Atene sui Persiani, gridando Nenikékamen, "abbiamo vinto", crollò al suolo sfinito dalla fatica e morì.
Fare fumetti è come correre una maratona. Non valgono trucchetti, tricchetracche, sotterfugi e scappatoie. Ci vuole costanza, coerenza e sostanza.
Servirà ricordare alcune parole di Andrea Pazienza, tratte da una sua intervista: "[... ] il fumetto è l’esattezza, la precisione per eccellenza, perché non si scappa, c’è l’immagine, c’è lo scritto: se sei un fesso si vede subito [...]".
Ebbene, in un'epoca e in una cultura come quella in cui siamo costretti a vivere e in cui il concetto di valore non conta nulla, in cui l'arte è una merce, la poesia è morta e il cinema ridotto a passarella per vip, nel tanto vituperato fumetto esiste ancora un discriminante. Evvivadio! Ci sono anche disegnatori che si spaccano la schiena chini sui tavoli da disegno ogni santo giorno che Dio comanda cercando di fare il massimo. Ci sono pure sceneggiatori che scrivono storie dando del proprio meglio e che riflettono a fondo sulle medesime prima di chiudere una sceneggiatura. E quando succede tutto ciò si vede, eccome!
Certo, ci saranno sempre i furbastri che sceglieranno le scorciatoie, ma sono degli illusi che non andranno lontano.

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