sabato 16 aprile 2011

L'inverno d'Italia di Davide Toffolo

Finalmente ho avuto tempo e modo di leggere L'inverno d'Italia, il romanzo a fumetti di Davide Toffolo uscito, se non erro, in occasione della scorsa Lucca Comics. Il fumetto racconta una pagina nascosta e indegna della storia d'Italia, tratta dal capitolo sui campi di concentramento fascisti nel nostro paese, che esistevano, furono tanti e diffusi in tutta la penisola, e vennero prontamente smantellati per cancellarne il ricordo come si impara a sapere leggendo il libro.
La narrazione di Toffolo si concentra sul campo di Gonars, in Friuli, in particolare sulla vicenda di un bambino e una bambina - ispirati a due bimbi che in quel campo ci finirono per davvero - Drago e Giudita. Il segno e la scrittura di Toffolo sono essenziali, poche le parole ma incisive come chiodi, un segno duro e scarno come i corpi scheletrici dei due protagonisti, indelebile come i loro sguardi. Alla fine della lettura si rimane stesi come dopo aver ricevuto un cazzotto allo stomaco. Gli occhi strabuzzano di sdegno. Si rimane però grati a Toffolo per averci raccontato questa storia nascosta e messo in guardia sul luogo comune degli "italiani brava gente" - (quelli che ancora ci credevano, almeno).
Seguo Davide Toffolo dai tempi in cui faceva Animali, Piera degli spiriti, Fregoli e I cinque allegri ragazzi morti - forse anche da prima, dato che mi ricordo dei suoi disegni sulla rivista Cyborg e per un episodio di Esp. Ricordo di averlo conosciuto nel 1999 durante una mostra tenuta dalle mie parti. Lo ricordo molto umile e disponibile - come sanno essere solo i veri grandi. Negli anni successivi fece poi degli ottimi libri come Carnera la montagna che cammina e Intervista a Pasolini, ma il suo lavoro migliore per me resterà Il re bianco. Diversamente Tres - fumetti per il teatro non mi è piaciuto molto, ma forse semplicemente non l'ho capito. L'inverno d'Italia (edito da Coconino - Fandango) è una lettura che consiglio, sia per quello che racconta che per come lo racconta.

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