venerdì 31 dicembre 2010

2011

Come ogni anno da qualche anno, alla fine del mese di Dicembre, mi rendo conto che sto esaurendo la mia agenda, i fogli della mia agenda ad anelli per l'esattezza, quella che mio cugino Paolo mi ha regalato per la mia laurea nell'ormai lontano 2003. Una bella agenda di pelle di cui non posso fare a meno, che toppa le falle della mia memoria, che si rinnova ogni anno semplicemente sostituendo i fogli con dei nuovi blocchetti fatti apposta da una ditta specializzata. Il negozio dove mi rifornisco si trova ad una ventina di minuti circa di strada a piedi da casa (per inciso, checchè se ne dica sono un grande camminatore, la loro è tutta invidia) e ci vado solo una volta all'anno per comprare i ricambi per l'agenda. Il fatto curioso è che mi ricordo dell'ultima volta che ci sono stato come fosse stato l'altro ieri, invece è passato un anno intero: il 2010 - odissea nello strazio. Un anno terribile sotto molti aspetti.
Peggiore di quello passato, come sempre d'altronde. E il 2011 sarà ancora peggio. Lo stesso Giacomo Leopardi nelle sue Operette Morali (una lettura ironica e per molti versi illuminante) mi aveva messo in guardia.
Charles Bukowski
diceva: La conoscenza che non viene seguita dall'azione è peggio dell'ignoranza. Perchè se tiri ad indovinare e non ci prendi puoi sempre dire, merda, gli dei mi sono avversi. Ma se sai e non fai vuol dire che in testa hai soffitte e anticamere buie da percorrere avanti e indietro a a cui pensare. Non è mica una cosa sana. Produce serate noiose, un eccesso di alcool e seghe. (da Taccuino di un vecchio porco). Allora mi viene da pensare a cosa mi ha dato se non conforto quantomeno l'idea che non tutto è perduto, che se non tutto è bene, per lo meno non tutto è male (ancora). Siccome le liste di fine anno degli altri in genere mi lasciano indifferente o indignato (senza mezze misure), me ne sono fatta una da me. Tralasciando gli affetti alla sfera privata, ho diviso per "passioni" o interessi che dir si voglia le cose buone dell'anno che finisce. Non "hobby", quelle sono cose che servono per passare il tempo. Io non passo il tempo. Io lo riempio (ricordate? Si, Norman Bates).
Fumetti.
Nessuno mi farà del male, di Giacomo Monti (un ritratto spietato e visionario dell'Italia di oggi e di domani, l'unico fumetto italiano del 2010 che lascerà il segno negli anni a venire).

Letteratura.
Grotteschi e arabeschi, di Vitaliano Trevisan (Si, lo so, è uscito l'anno scorso ma io l'ho letto quest'anno quindi zitti e mosca. Trevisan, tra i pochi che si ostinano a fare letteratura in Italia. Non servono altre spiegazioni).



Saggistica.

Terroni, di Pino Aprile. (Grazie al quale ho capito, documenti e dati alla mano, che noi italiani del sud abbiamo molto in comune con gli indiani cantati da De Andrè, le vittime narrate da Primo Levi e i palestinesi raccontati da Joe Sacco. Cercherò di disimparare la minorità a cui noi italiani del sud siamo stati educati e confinati negli ultimi 150 disgraziati anni - Ah! Garibaldi! Cos'hai combinato! - diceva Totò in Totò contro i quattro).
Cinema.
Shutter Island, di Martin Scorsese. (Capolavoro. Quando lo vidi una donna accanto a me alla fine della proiezione commentò così: U vidi? Finiu comu a Cogne. Al che ho pensato: Delle due, l'una. O sono un genio o non ho capito una benemerita minchia del film).
















Musica
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Cattive abitudini, dei Massimo Volume. (Il ritorno della più grande rock band italiana degli anni '90 con un disco che è storia. Grande musica. Grandi testi. In direzione ostinata e contraria ai tempi di oggi che dettano parole vuote e suoni inutili).

Che il 2011 possa regalarci altrettante perle, almeno avremo qualche motivo per continuare a lottare.

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