lunedì 1 marzo 2010

Nessuno mi farà del male

Oggi voglio scrivervi di un autore di fumetti di cui si parla poco: Giacomo Monti. Un autore che non si incontra alle fiere, io stesso non lo conosco personalmente, non l'ho nemmeno mai incontrato, ne parlo poichè apprezzo moltissimo i suoi fumetti e il suo approccio realistico e visionario al racconto (e aggiungo che ne parlo perché sento la sua scrittura affine alle mie corde). I suoi fumetti usciti negli ultimi anni su vari numeri della rivista Canicola adesso stanno per essere raccolti (finalmente!) in volume assieme ad alcuni inediti. La raccolta si intitola Nessuno mi farà del male. In alcuni racconti sviluppa una riflessione attorno alla figura dell’alieno, una visione irreale che irrompe nella quotidianità, una prospettiva che trascina il lettore ai confini della realtà, uno sguardo divergente sulla diversità, mentre in altre storie si concentra su persone comuni, ragazzi di provincia, baristi, camerieri, contadini, prostitute, trans ripresi in un giorno qualunque della loro vita. Al di là di tutto, ciò che mi preme evidenziare è l'assoluta coerenza tra etica ed estetica del suo stile: i suoi sono "fumetti senza trucchi". Essenziali e asciutti. Danno forma a ritratti impietosi e vividi allo stesso tempo in cui troviamo solo ciò che è necessario di ogni personaggio, di ogni ambiente. Ad ogni modo, se il lettore italiano fosse stato più accorto, di Monti si parlerebbe già come del “Daniel Clowes italiano” per l’analoga prospettiva apocalittica con cui nei suoi racconti a fumetti scruta e riproduce una visione della realtà, un’Italia che si manifesta come un mondo estraneo e tangibile. Caustico. Sintetico come Raymond Carver. A tratti mi ricorda lo stile di uno scrittore italiano che ammiro tantissimo e che è analogamente sfuggente: Vitaliano Trevisan.

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